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Località: FASCIA

 

Fascia , con i suoi 1.118 metri sul livello del mare, è il comune più alto della Liguria e rinnovata nel suo aspetto, con la Chiesa che ne è il simbolo e unico monumeto rimarchevole, offre ai suoi visitatori, nelle varie stagioni, il verde dei suoi prati e dei suoi boschi, il bianco dei narcisi, il giallo dell'arnica, i diversi colori dell'autunno delle sue faggete, insieme alla genuinità della sua cucina ed alla cordialità della sua gente... veniteci a trovare.

 

IL PAESE

 

Il primo documento conosciuto, che attesta l'esistenza di Fascia, risale al 12 febbraio 1235.
Si tratta del testamento di Beldì moglie di Beltramo di Torriglia che lascia alla Chiesa "Sancte Marie de Faxa drapum unum ad ponendum ante altare" e a "Johanni de Faxa dimitto solidos quinque" (5 soldi).


La circostanza fa ritenere che l'origine del paese sia molto più antica. Lo confermano il fatto che nei pressi dell'abitato, e in alcune località del suo territorio poste sulle antiche vie del sale, siano stati ritrovati reperti che potrebbero risalire al primo o secondo secolo dopo Cristo. Sul valico di Casa del Romano, in un sito chiamato "convento", furono trovati i ruderi di una cappella oggetto di una leggenda che parla di un insediamento monastico di assistenza ai viandanti sulla strada Genova-Torriglia-Varzi-Pavia.
Lo stesso santo patrono del paese, ancora oggi venerato, è San Guglielmo d'Aquitania, vissuto attorno al 1100. Fascia fece parte, sino alla caduta della feudalità, dei Feudi Imperiali. Soggetta, probabilmente,in origine ai Malaspina, nel 1468 i rappresentanti di Fascia (Gullielmus da Faxa e Leonardus de Faxa) firmano sulla piazza di Torriglia fedeltà alla duchessa Bianca Maria, vedova di Francesco Sforza, e al duca Galeazzo Visconti.
Nel 1493 i Fieschi acquistano i redditi di Fascia. Nel 1547 Fascia passa alla famiglia dei Doria e fa parte del Feudo di Torriglia che, con l'avvento di Napoleone, entrano prima a far parte della Repubblica Ligure e poi dell'Impero Francese.
Nel 1797 viene istituito il Comune di Fascia, che comprende le frazioni di Carpeneto e Cassingheno, e il primo Maire è Giacomo Martini; nel 1812 Dominique Varni entra a far parte della Garde National.

Panorama oggi

Fascia viene poi aggregata, con tutta la Liguria, al Regno di Sardegna e fa parte, sino al 7 febbraio 1819 del Mandamento di Torriglia, Intendenza e Provincia di Genova, per passare poi al Mandamento di Ottone, Provincia di Bobbio, Divisione di Genova.
Con l'avvento del Regno d'Italia Fascia passa, con il territorio della soppressa Provincia di Bobbio, alla Provincia di Pavia dalla quale, nel 1923, verrà nuovamente staccata per ripassare alla Provincia di Genova.

Nel frattempo, nel mese di luglio del 1835, il paese viene colpito da una epidemia di colera che fa 24 vittime in circa 25 giorni. Gli scampati fanno voto di erigere una cappella in località Casa del Romano, intitolata a S. Rocco, più volte restaurata ove, ancora oggi, la seconda domenica di luglio, la popolazione vi si reca in pellegrinaggio.
Nel 1938 gli abitanti di Fascia sono 220, destinati ad aumentare a circa 300 nel 1860.

Scoppia il fenomeno dell'emigrazione; fenomeno da sempre presente se si pensa che già nel 1400 a Genova Marassi si sono trovate tracce dell'esistenza dei Varni (il cognome più comune del paese), inizialmente verso l'Argentina e quindi negli Stati Uniti, quasi escusivamente in California.
Già nel 1877 Stefano Varni, di anni trenta, è cittadino americano, come risulta dai registri della municipalità di San Francisco.

Il Comune pensa di collegare il paese con una strada carrozzabile ma, con l' avvento del fascismo e l'arrivo di un Podestà da Torriglia, non se ne parla più sino a 1964 quando, il 30 novembre, la strada giunge a Fascia.
Molti sono i giovani fasciotti che partecipano alla prima guerra mondiale e due di loro non torneranno più.

Nel 1929, grazie al lavoro degli abitanti del paese e quello economico degli emigrati in America e a Genova, si realizza un nuovo acquedotto e dopo alcuni referendum indetti dal Parroco Don Pietro Bava, Fascia è il primo paese che decide di "mettersi l'acqua in casa".
Il 17 marzo 1934 un Caproni dell'Aeronautica Militare cade in prossimità del paese e muoiono i tre componenti l'equipaggio.
Inizia la seconda guerra mondiale e partono sia i giovani che i meno giovani; tre di loro cadranno sul campo, in Russia e in Grecia.
Il 27 novembre 1942 la luce elettrica arriva a Fascia.
L'8 settembre 1943 si festeggia la fine della guerra ma è, invece, l'inizio del periodo che coinvolgerà direttamente il paese nelle operazioni belliche. Inizia la resistenza e Fascia diventa capitale del movimento partigiano e al centro della storia pagando anche con il sangue di uno dei suoi figli ucciso dai tedeschi; il suo prezzo al riscatto d' Italia.
La partecipazione della popolazione è convinta e totale.
Nel 1953 arriva anche il telefono; iniziano i lavori per la summezionata strada carrozzabile e si rinnova l'acquedotto.
Dal 1970 al '72 è Sindaco di Fascia il MInistro Paolo Emilio Taviani.
Nel 1971 la strada carrozzabile prosegue sino ai confini comunali per collegarsi con Carrega Ligure (AL) e successivamente con Propata.
Nel 1973 si costruisce il nuovo acquedotto comunale, destinato a servire tutte le frazioni; nel 1980 la rete fognaria con il depuratore, i loculi del cimitero, il piccolo spazio sportivo.
Nel 2006 si da inizio alla costruzione dell'Osservatorio Astronomico presso la Casa del Romano a m. 1.413 slm.

 

LA CHIESA

 

Al centro del paese si erge la Chiesa dedicara alla Santissima Annunziata, eretta a parrocchia autonoma nel 1647, staccata da Rondanina, restaurata ed ampliata più volte, trovando la sua attuale, definitiva sistemazione tra la fine del 1800 e i primi del '900, anche se il campanile è del 1732.
L' Annunciazione viene festeggiata la seconda domenica di maggio mentre il Santo Patrono, S. Guglielmo d'Aquitania, la seconda domenica d'agosto.
Presso la cappella della Casa del Romano si festeggia S. Rocco la seconda domenica di luglio.
A fine estate si celebra la "festa du trun", ora Festa del Ringraziamento, che ricorda lo scampato pericolo per la caduta si un fulmine, senza danni, sulla piazza ove era riunita la popolazione.

 

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